Cicloturismo

Percorso Stradale a Montefalco

La gara vera e propria partirà alle ore 9,30 da Montefalco, che per la sua posizione in cima a un colle che si erge al centro delle valli del Clitunno, del Topino e del Tevere, è stata definita “Ringhiera dell’Umbria”. Una storia lunga e complessa fa di Montefalco e del suo territorio uno scrigno ricco di gioielli da scoprire, tra cui: la chiesa museale di San Francesco (vera e propria sintesi della storia, della cultura e della tradizione di Montefalco), opere di importanti artisti di diverse epoche, le porte cittadine, il santuario della Madonna della Stella, il palazzo del Comune, il teatro, la chiesetta di Santa Lucia, le chiese di Sant’Agostino, di Sant’Illuminata, di San Leonardo, di Santa Chiara da Montefalco e di Santa Maria di Turrita e il convento di San Fortunato. I corridori affronteranno poi la successiva discesa che porta in pianura, in direzione Bevagna (sede del tour enogastronomico). Sono numerose le vestigia romane ancora visibili (un tempio, un edificio termale e un teatro), ma ancora più numerose sono quelle dei secoli successivi, tra cui spiccano il Palazzo dei Consoli, la chiesa di San Silvestro, quella di San Michele e quella dei Santi Domenico e Giacomo, il Municipio, la Pinacoteca e il Museo. Lasciata Bevagna, i corridori saliranno verso l’ascesa di Madonna delle Grazie, che porta a Valico San Marco, fatta a strappi, a scalini, con pendenze anche del 9 per cento. Affronteranno quindi una discesa dolce e ampia e poi lo strappo verso Gualdo Cattaneo, castello arroccato sulle propaggini dei Monti Martani, tra la valle umbra e quella tiberina. Questo antico castello sarebbe stato fondato nella seconda metà del X secolo. Proprio per la sua importanza strategica nel corso dei secoli Gualdo Cattaneo fu molto conteso tra Spoleto, Foligno e Papato e passò più volte di mano. Diversi castelli sparsi nel suo territorio, il palazzo del Municipio, le chiese di San Michele Arcangelo e di San Francesco e l’abbazia romanica di San Felice sono solo alcuni dei capolavori che il Comune offre ai visitatori. Segue una discesa con tornanti ampi. Da prestare attenzione alla fine della discesa alla svolta molto marcata a sinistra. Da qui si arriva a Bastardo, dove ci sarà la deviazione tra il percorso lungo e quello medio. Chi opterà per il lungo pedalerà verso Massa Martana, ricongiungendosi con il medio poco prima di Giano dell’Umbria, a bivio Castagnola. I granfondisti dopo un paio di chilometri inizieranno l’ascesa che porta al Valico bivio Viepri, di circa 5-6 chilometri con pendenze regolari (5-6 per cento di media), che sale dolcemente. Segue una discesa pedalabile che porta a Massa Martana, area abitata sin da tempi antichissimi come testimoniano alcuni sporadici ritrovamenti di utensili litici, l’esistenza di castellieri preistorici sulle cime del Monte Cerchio e di Monte Schignano, cinque tombe a fossa databili tra l’VIII e il III secolo a.C. e possenti ruderi di mura in opera quadrata di un insediamento pre-romano. Il territorio martano divenne poi campo di battaglia nel corso della guerra greco-gotica e così le popolazioni si rifugiarono sulle alture vicine, più difendibili e sicure, dando origine ai primi insediamenti fortificati intorno ai quali si svilupparono poi i castelli medievali che costituiscono ancora oggi i centri abitati di Massa Martana e delle sue frazioni. Segue poi un’altra salita di 6 chilometri regolari, con pendenze sempre del 5 per cento e poi un’altra discesa ampia e regolare di circa 4 chilometri verso il bivio per Castagnola con nel finale svolta secca a destra. Si sale ora lungo il tratto più bello e “cattivo” per i tratti impegnativi e tortuosi, con molti tornanti stretti, immersi tra i boschi. Discesa in picchiata fino a Giano dell’Umbria, il cui castello, sebbene di dimensioni ridotte, ha una complessa struttura fondata sull’unione di due impianti fortificati, organizzato in modo digradante a partire dal vertice urbanistico, dove si innestano il palazzo pubblico e la parrocchia di San Michele. Anche qui l’architettura rivela la complessità della storia di questo insediamento, che insieme al suo territorio offre al visitatore diverse chiese, borghi e castelli. Da Giano si scende per poi risalire lungo Colle del Marchese. Dopo aver scollinato, i partecipanti affronteranno la discesa che lancia verso lo strappo di Castel Ritaldi, nato dalla fusione di tre borghi medievali: Colle del Marchese, Castel San Giovanni e lo stesso Castel Ritaldi. Molti reperti testimoniano che anche in epoca romana il territorio era abitato. Ancora oggi molti frammenti di anfore o di altri manufatti emergono dalle lavorazioni dei campi, mentre altri sono inseriti nelle mura di edifici e di numerose chiesette disseminate per le colline. Tra le bellezze da vedere c’è la Pieve di San Gregorio Magno col suo rosone, la Chiesa di Santa Maria che custodisce la Madonna della Misericordia di Lattanzio di Nicolò Alunno, la chiesa di San Nicola col suo affresco della Scuola dello Spagna, la chiesa di San Quirico e il santuario della Madonna della Bruna, spettacolare esempio di architettura rinascimentale bramantesca. Dopo Castel Ritaldi inizia un tratto di pianura che, passando per il ristoro di Castel San Giovanni, porterà i corridori fino a Campello sul Clitunno, la cui storia si incentra sull’antico castello che si dice fondato nel X secolo da Rovero di Champeause, feudatario venuto in Italia da Reims al seguito di Guido duca di Spoleto. Al tempo di Federico II i signori della zona furono attivi sostenitori dell’Impero contro la Chiesa, tanto da essere duramente condannati da Papa Onorio III, che li definì “figli del diavolo”. Oltre al castello, luoghi da visitare sono: il convento dei Barnabiti, il palazzo comunale, la chiesa dei Santi Cipriano e Giustina, la chiesa di San Sebastiano, il tempietto del Clitunno e il museo della civiltà contadina. Dopo Campello, i corridori si dirigeranno verso il bivio di Pigge, da cui saliranno per circa cinque chilometri verso Trevi, che si trova su un contrafforte del Monte Serano ed è chiusa dalle intatte mura romane e medievali. Trevi, circondata da un mare argenteo di oltre trecentomila ulivi, mantiene ben visibili le tracce della sua antichissima origine pre-romana. Dopo la caduta di Roma fece parte del Ducato di Spoleto. Divenne comune indipendente e guelfo nel XII secolo e passò poi sotto il dominio di Perugia. Nel 1214 fu distrutta da Teopoldo, duca di Spoleto. Nel 1469 vi fu fondato uno dei primissimi Monti di Pietà. Nel 1784 fu reintegrata da Papa Pio VI al titolo di città. Fa parte del club de “I Borghi più belli d’Italia” ed è in effetti un gioiello dall’intenso tessuto urbanistico medievale scandito da monumentali palazzi gentilizi di epoca rinascimentale. Ricco di musei, chiese e monumenti di diverse epoche, ospita anche il Flash Art Museum of Contemporary Art. Dopo Trevi i corridori scenderanno fino al bivio di Borgo Trevi, da cui poi proseguiranno fino all’arrivo posto a Montefalco.

Strutture Consigliate

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Dati del percorso

Distanza: 138 Km

Durata: 360 min

Stradale

Dislivello: 1869 mt

Difficolta': Castello di Gallano Resort

Fondo: Stradale

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